Arteriopatia

Arteriopatia, quali sono i principali fattori di rischio?

L’aterosclerosi è una patologia che presenta diversi fattori di rischio. Questi possono essere distinti in due categorie: modificabili e non modificabili. Tra i primi possiamo annoverare il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’iperomocisteinemia ed il fumo di sigaretta. Tra i fattori di rischio non modificabili riconosciamo: fattori genetici, familiarità, genere (il sesso maschile risulta più colpito) e l’età.

Esistono fattori protettivi?

Uno stile di vita attivo, una dieta equilibrata, l’assunzione di modiche quantità di vino rosso e una attività fisica regolare sono correlate con una minore incidenza della patologia.

Quante persone vengono colpite da questa patologia?

L’arteriopatia periferica colpisce circa il 3% della popolazione tra i 55 e 65 anni e circa il 6% tra i 65 e i 75 anni.

Come colpisce la malattia?

L’aterosclerosi è responsabile della formazione di placche nelle arterie che provocano un restringimento del vaso all’interno, fino ad occluderlo totalmente. Le sedi più frequentemente colpite risultano le arterie degli arti inferiori.

Quali sono i segni e quali sono i sintomi?

Nelle prime fasi la patologia è asintomatica e può essere diagnosticata solo grazie alla valutazione eseguita da un medico esperto. Successivamente compare il sintomo che la caratterizza, ovvero un dolore muscolare violento, di tipo crampiforme, durante la marcia che impedisce alla persona colpita di proseguire il cammino. Questo dolore cessa solo con il riposo, per poi ripresentarsi con le stesse caratteristiche alla ripresa della marcia (per tale motivo viene chiamata “claudicatio intermittens”). Tale dolore è dovuto ad un aumento della richiesta di ossigeno che non può essere soddisfatta a causa del ridotto apporto di sangue agli arti inferiori causato dalle steno/occlusioni presenti nelle arterie. Possono esseri interessati i muscoli del gluteo, della coscia o del polpaccio a seconda della localizzazione della patologia.

Nell’ultimo stadio il dolore compare a riposo soprattutto durante il sonno. Inoltre possono verificarsi una riduzione della temperatura dell’arto interessato (ipotermia) e la presenza di dita blu (cianosi), fino alla comparsa di ulcere e gangrena che configurano il quadro clinico definito “ischemia critica”.

Quali sono gli esami strumentali necessari per una corretta diagnosi?

Ricordando che ogni ricerca diagnostica strumentale deve essere sempre preceduta da una visita specialistica, i seguenti esami sono a disposizione dello specialista per diagnosticare la patologia e per pianificare l’eventuale intervento chirurgico:

  • ABI test (misura la differenza di pressione arteriosa presente a livello del braccio e della caviglia).
  • TcPO2 (serve per misurare con precisione la quantità di ossigeno presente nel tessuto esaminato).
  • EcocolorDoppler (utile per la valutazione della gravità, della localizzazione delle lesioni e per la pianificazione terapeutica).
  • Angio-TC e Angio-Rm (utili per l’eventuale pianificazione dell’intervento chirurgico).
  • Angiografia (esame invasivo, viene considerato quasi sempre quando è necessario un trattamento endovascolare).

Quali sono i trattamenti ad oggi disponibili?

Per i primi stadi, quando non si hanno sintomi o comunque quando la qualità di vita del paziente non è compromessa:

  • Controllo dei fattori di rischio.
  • Attività fisica regolare.
  • Terapia farmacologica (farmaci in grado di rendere il sangue più fluido, in grado di prevenire la formazione di placche nelle arterie, in grado di migliorare il metabolismo muscolare).
  • Terapia biofisica vascolare (http://www.curaferite.it/home/terapia-fisica-vascolare/).

Negli stadi avanzati è necessario un approccio interventistico in grado di migliorare la qualità di vita del paziente ed in presenza di “ischemia critica” di salvare l’arto dall’amputazione:

  • Trattamento endovascolare (considerato mininvasivo in quanto non è necessaria l’incisione chirurgica)
  • Trattamento chirurgico (viene considerato in genere quando la malattia è molto estesa)