La terapia con statine ha migliorato la prognosi a lungo termine nei pazienti sottoposti ad importanti interventi vascolari non cardiaci: una revisione sistematica e una meta-analisi.
Yu W. et al. Vascul Pharmacol. 2018 Oct;109:1-16. doi: 10.1016/j.vph.2018.06.015. Epub 2018 Jun 25.
Per capire se l’utilizzo delle statine sia in grado di migliorare la prognosi a lungo termine dei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia vascolare sono state eseguite ricerche su database di studi clinici che hanno arruolato pazienti sottoposti a interventi vascolari maggiori non cardiaci, tra cui la rivascolarizzazione dell’arto inferiore, interventi all’ arteria carotide, fistola artero-venosa e interventi aortici.
Le analisi dei sottogruppi, stratificate per tipo chirurgico o tipi di studio, sono state impiegate per ottenere risultati statistici relativi a sopravvivenza, tassi di pervietà, amputazione, eventi cardiovascolari e di ictus. In totale, 34 studi osservazionali, 8 studi di coorte prospettici e 4 studi clinici controllati randomizzati (RCT) sono stati utilizzati nella presente analisi.
È stato dimostrato che l’uso di statine ha migliorato la mortalità per tutte le cause nei sottogruppi di arto inferiore, carotideo, aortico e misto rispetto a quelli in cui le statine non sono state utilizzate. Inoltre, l’impiego di statine ha migliorato in modo efficiente i tassi di pervietà primaria e secondaria e ridotto significativamente i tassi di amputazione nel sottogruppo di rivascolarizzazione dell’arto inferiore.
Inoltre, per altre complicazioni, l’intervento di statine ha ridotto gli eventi cardiovascolari in diversi tipi di interventi vascolari e incidenza di ictus nel sottogruppo della chirurgia carotidea. Questa meta-analisi ha dimostrato che la terapia con statine é associata a tassi di sopravvivenza e tassi di pervietà nelle rivascolarizzazioni migliori e ad una ridotta morbilità cardiovascolare e ridotta incidenza di ictus nei pazienti sottoposti a interventi vascolari non cardiaci.