Terapia a pressione negativa nel trattamento delle lesioni da decubito.

Le prime esperienze pubblicate in letteratura sul trattamento di ferite difficili con la terapia a pressione negativa (NPWT) risalgono agli anni 60-70, ma la vera diffusione di questa terapia si è osservata a partire dagli anni 90. L’uso della NPWT ha trovato riscontro positivo nel trattamento di ferite di varia eziologia, sia di natura acuta (traumatiche, ustioni, esiti post-chirurgici) sia di natura cronica (ferite da decubito, ulcere vascolari, ulcere del piede diabetico). Come risulta evidente dalla definizione, l’applicazione della pressione negativa sul letto della lesione è il punto centrale della terapia ed i valori di pressione negativa adottabili variano in un range che va dai 40 ai 125 mmHg. Tutti i dispositivi sono costituiti da una pompa per l’aspirazione in grado di mantenere una suzione costante o con programmi di intermittenza; drenaggi, connettori ed un raccoglitore di fluidi; un sistema di sigillatura per la medicazione dell’ulcera.

La terapia può essere inoltre attivata sia per pazienti seguiti a domicilio che ospedalizzati, utilizzando dispositivi sia fissi che portatili.

Con questo tipo di dispositivi è possibile il controllo dell’essudato: evitando la sua permanenza prolungata nella lesione da decubito favorisce i processi riparativi e previene la macerazione dei bordi. La pressione negativa riduce inoltre l’edema dei tessuti e la carica batterica delle ulcere infette attraverso l’effetto meccanico di rimozione dell’essudato e dei detriti cellulari. Ma soprattutto, la NPWT gioca un ruolo fondamentale nella stimolazione del processo di guarigione attraverso un effetto diretto sull’attività cellulare. È stato dimostrato in studi sperimentali che la NPWT aumenta fino a 4 volte il flusso ematico a livello dei margini della lesione, contribuendo così alla guarigione sia attraverso il trasporto di ossigeno e nutrienti, sia attraverso l’eliminazione degli scarti metabolici. Un altro vantaggio non trascurabile è la protezione contro la contaminazione delle lesioni, in quanto costituisce una medicazione completamente isolante.

Sebbene i costi della NPWT siano ancora alti, la sua efficacia è ormai comprovata, non solo in termini clinici, ma anche di riduzione dell’ospedalizzazione, riduzione delle complicanze e della frequenza di medicazioni.

 

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